La Corte di Cassazione ha ritenuto adeguate le sanzioni irrogate dalla Banca d’Italia irrogate agli amministratori di una banca per violazione delle norme in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione.
Nello specifico, era stato liquidato al direttore generale, al termine dell’incarico per risoluzione consensuale, un compenso molto elevato, nonostante i risultati negativi della sua gestione, senza parametrare lo stesso alla performance e ai rischi assunti.
Secondo la Suprema Corte, le norme di dettaglio emanate dalla BdI, ai sensi dell’art. 53 del TUB sono da intendersi integrative dei contratti collettivi nazionali. Tuttavia, nell’accordo di risoluzione in questione erano state previste remunerazioni ulteriori rispetto a quelle oggetto del contratto, con ciò comportando una violazione della normativa di secondo livello emanata dalla BdI e rendendo dunque legittime le sanzioni irrogate.
Corte di Cassazione, sez. II, ordinanza del 31 maggio 2022 n. 17567